La Rificolona sangiovannese
07 Set 2021
Le origini
Le origini della “Rificolona” risiedono a Firenze e si ricollegano all’ arrivo di contadini e montanari dei contadi vicini, nella piazza della Santissima Annunziata, alla vigilia della Natività della Madonna; omaggiare l’immagine dell’ Annunciazione e le fiera e i mercati erano il motivo del loro arrivo.
I contadini erano soliti arrivare con lanterne e fiaccole e quando arrivavano a Firenze facevano tanta luce da risplendere nel buio della città, costituendo uno spettacolo strabiliante per i fiorentini. Quest’ultimi nei giorni successivi scendevano in piazza per acquistare prodotti genuini della campagna, ma anche per divertirsi e scherzare sulle robuste donne della campagna, da cui venne poi il soprannome “fierucolone” o “fieruculone”, riferito al loro posteriore, che veniva chiamato “magazzino”. Da queste furono ideate le “rificolone”, ispirate alle lanterne dei montanari, fatte con fantocci di carta raffiguranti le campagnole, dentro la cui gonna veniva messo un lume; venivano poi appese ad una canna e portate in giro per le vie della città.
Come quella fiorentina, la rificolona sangiovannese ha la stessa radice religiosa, poiché legata all’ immagine antica e miracolosa di Maria Santissima delle Grazie; tuttavia non è collegata a fiere e donne prosperose ma ai bambini.
San Giovanni era una delle “terre nuove” di Firenze a partire dalla fine del 18esimo secolo, e della quale assimilò piano piano la cultura, le tradizioni e i costumi; era tanto stretto il legame che quando si dovette scegliere il nome del Patrone di Castel Sangiovanni, fu scelto S.Giovanni Battista.
Ma per comprendere a fondo la Rificolona sangiovannese, bisogna tornare indietro ad un evento del 1704, ovvero l’ incoronazione della sacra Immagine della Madonna e del Bambino che porta in collo. Era un riconoscimento molto ambito e a San Giovanni si festeggiò a lungo, con messe, processioni, pellegrinaggi ma anche eventi e divertimenti popolari come le corse dei cavalli, tombole e fuochi d’artificio.
All’inizio del ‘900 ci furono dei grandi festeggiamenti per il secondo centenario, a riprova del fatto che non era spenta l’eco dei festeggiamenti del 1704. A partire da questo momento e per tutto il secolo – tranne che nei periodi delle due guerre mondiali – le celebrazioni alla vigilia della Festa della Natività di Maria entrarono nella tradizione religiosa e popolare sangiovannese.
La rificolona moderna e la svolta degli anni ’90
La Rificolona moderna viene rilanciata nel secondo dopoguerra da don Gino Pagnini, che propose la benedizione delle rificolone e di tutti i bambini in piazza della Basilica davanti alla Madonna delle Grazie, prima della sfilata per la Via Maestra (Corso Italia). La proposta venne accolta e diventò la “Rificolona dei bambini”. Sul piano folcloristico un gruppo di persone che abitavano nella zone del Calambrone, che animavano il Circolo ricreativo aziendale dello stabilimento in cui molti di loro lavoravano, pensò di proseguire in questa zona la festa con musica, balli e la premiazione delle rificolone più belle.
Negli anni ’90 la Festa della Rificolona è stata portata nel Centro Storico per avvicinare più persone possibile alla tradizione popolare e ha preso il via un laboratorio dedicato ai bambini per insegnargli a costruire una rificolona. Dopo un secondo laboratorio l’ anno successivo, non ne fu più riattivato alcuno, perché nessuno sembrava realmente interessato ad imparare e tramandare l’arte ai bambini, ma ad avere una già pronta da dare ai propri bambini senza faticare nel costruirla.
Adesso è arrivato il momento di un nuovo tentativo che restituisca il gusto di creare, di esprimersi e dare messaggi di valore, tenendo conto che la nostra Rificolona è rivolta ai più piccoli.
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